Elena Galati Giordano

Oggi abbiamo ospite del mio salottino onirico Elena Galati Giordano. Elena è un’illustratrice, è una blogger multitasking e per questa occasione ci ha regalato un sogno ricorrente.

Questo sogno sembrerebbe avere un’ambientazione un po’ tetra, ma i sogni hanno la capacità di mostrare facce spaventose e di regalare aperture.

Con Elena abbiamo parlato di buio, di desiderio e paura, e di ciò che illumina la nostra giornata.

Io non ciancio oltre, vi lascio allo scambio con la mia ospite.

Raccontaci un sogno.

Un sogno… Ne ho fatto uno ricorrente per anni. Sono in uno scantinato buio, sento il rumore dell’acqua che scorre nelle tubature sopra la mia testa. L’unica luce flebile che c’è filtra da una finestrina minuscola alla mia destra. Alla sinistra c’è uno specchio enorme con una cornice oro antica. Di fronte a me una scala con un fondo una porta, che a un tratto si apre e fa entrare la luce gialla della stanza. Dalla scala scende un uomo, massiccio e alto, ma non lo vedo in faccia, vedo solo l’ombra e la mano grande, che allunga verso di me porgendomi il palmo.

Che rapporto hai con il buio?

Dipende dal momento. Ci sono giorni che lo amo, spengo tutte le luci persino quelle degli elettrodomestici, chiudo le tapparelle fitte e mi ci immergono. Altri in cui proprio non riesco a tollerarlo e mi prende quasi la claustrofobia.

Desiderio e paura possono coesistere?

Assolutamente sì, spesso quello che desideriamo è proprio quello che ci terrorizza di più!

Se dovessi immaginare di essere riflessa nello specchio con la cornice d’oro. Che immagine vedresti?

Vedrei me stessa, in piedi, con addosso i miei anfibi e abiti neri.

Capelli sicuramente in disordine e lo sguardo serio.

Cosa rappresenta il nero per te?

Uno stile di vita.
Scherzi a parte, credo sia un porto sicuro.
Il mio armadio è quasi totalmente nero, qualsiasi cosa scelgo tendo a sceglierla di quel colore, mi fa sentire a mio agio.

Cosa illumina la tua vita?

Il sorriso di chi amo.

Gli elementi del tuo sogno potrebbero creare inquietudine, invece nella tua condivisione non ne sento. È così?

Assolutamente. Non provavo nessuna inquietudine nel sogno e non ne provo ripensandolo, anzi.

Capita anche nella vita che cose che spaventano i più non spaventino te?

Sono una fifona seriale, ma tendo ad affrontare di petto le mie paure anche quelle più importanti e superarle.

Ho paura di aver paura.

In realtà non saprei, le mie paure sono spesso diverse da quelle degli altri, ma penso dipenda dal carattere di ognuno di noi.

Che rapporto hai con il maschile?

Ottimo. Mi risulta molto più semplice, abbattere i miei muri e instaurare rapporti forti e importanti con il genere maschile mi trovo molto più a mio agio. Forse perché ho un forte istinto protettivo e, a dispetto di quello che si dice, penso che il maschio sia più fragile. Io poi sono sempre stata un po’ maschiaccio.

Il maschile per me è semplicità, ingenuità e lealtà.

Semplicità, ingenuità e lealtà mi fanno pensare all’amicizia. A te?

Esattamente.

Sono tre caratteristiche importanti in questo tipo di rapporto secondo me.

Anche nella vita reale capita che giungano delle grosse mani forti ad aiutarci? Qual è la tua esperienza a riguardo?

Bella domanda. Fatico molto a farmi aiutare, sono sempre stata più propensa ad essere la mano di qualcuno. Sono pochissime le persone di cui mi fido e altrettante quelle che sono state disposte a perdere un po’ del loro tempo per farmi uscire dal guscio. Le mani grandi e forti della mia vita sono sicuramente i miei genitori e mia sorella. Il mio attuale compagno è una mano forte a cui posso sempre aggrapparmi. I miei amici sono, a modo loro, delle mani forti. Credo che ognuna delle persone citate sia per me in maniera diversa un aiuto.

Cosa c’è fuori dallo scantinato buio?

Il silenzio della notte, uno spicchio di luna e le montagne… e il prato, fresco e umido.

Fuori dallo scantinato c’è un prato, si può desiderare qualcosa di diverso?

Alla prossima, amici.

Daisy Franchetto

Illustrazione di Elena Galati Giordano