Daniele: Buongiorno a tutti e bentornati alle interviste scemiserie del lunedì, quelle che cercano di mettervi di buon umore ben consapevoli che nessuno è mai di buon umore il lunedì. Anche perché se uno lo fosse sarebbe matto e noi vorremmo subito intervistarlo. Ma basta esitare che c’è un prode cavaliere, senza macchia e senza paura, pronto a sottoporsi alle nostre torture. Ho il piacere di presentarvi una penna dalla delicatezza di un fiore. Signore e signori: Davide Ceraso.
Domanda: Davide è autore de La Direzione della Coccinella che, per fortuna di tutti non si è avvalsa del classico trucco del “no mi spiace, non sono di qui” e lo ha mandato nel posto giusto. Ovvero tra le nostre grinfie. Quindi partiamo col botto. Cosa ti ha spinto a usare, nel tuo romanzo, uno stile così delicato e allo stesso tempo profondo
Risposta (ndr: ci tocca usare questo sistema, se no tra D e D diventa un casino e non un gioco di ruolo per giovani menti brillanti.): Ciao Daniele e buongiorno a tutti. Quando ho iniziato a scrivere “La direzione della coccinella” avevo ben chiaro in mente storia e personaggi, così ho provato a rendere l’ambientazione del romanzo il più affine possibile a entrambi, utilizzando una scrittura delicata, quasi in punta di penna, che fosse però in grado di toccare i cuori dei lettori. Questo è anche il mio stile di scrittura, ma sto cercando di variarlo sperimentando anche generi diversi, soprattutto nei molti racconti che pubblico sulle riviste letterarie. Per quanto riguarda invece la pubblicazione con la Dark Zone, l’affinità con questa casa editrice è stata subito fantastica e mi sono trovato benissimo, sotto ogni punto di vista, sia professionale che umano.
D: So che nel tuo libro hai scelto di presentare un uomo di fronte a un bivio. Credi nel vecchio adagio del tirare una monetina senza guardare il risultato perché il tuo cuore nel momento d’ansia avrà già trovato la risposta giusta? Cosa ne pensi?
R: Assolutamente sì, credo sia un detto giusto. È, di fatto, ciò che volevo esprimere col mio libro, il cuore che, inconsciamente, ti conduce in modo silenzioso verso le scelte più giuste, alle volte anche verso quelle che appaiono meno scontate e razionali alle persone intorno a te. Nel mio romanzo è proprio una coccinella, che è la personificazione del cuore (non so se tu abbia mai osservato una coccinella in procinto di spiccare il volo. Socchiude un poco le rosse elitre puntinate di nero, le dischiude quel tanto che, per un attimo appena, sembra un cuore) che guida tutti e tre i protagonisti nelle loro scelte, sia nella vita sia nell’amore.
D: Hai parlato di guide e direzioni del cuore, quindi mi viene naturale chiederti se sei una di quelle persone che viaggia in direzione ostinata e contraria oppure ti piace assecondare il vento di tempesta. Come preferisci reagire di fronte alle avversità?
R: Sono una persona a cui non piacciono i compromessi e quindi cammino per la mia strada anche se è in salita o controcorrente. Questo perché, senza dubbio, mi piacciono le sfide e cerco di reagire sempre alle avversità con determinazione e spirito positivo senza scoraggiarmi troppo. Il problema, però, è quando hai nel piatto una pizza fumante e ti accorgi che l’ultima birra in frigo l’hai già bevuta la sera prima…
D: Una bruttissima situazione. Di quelle che posso portare allo scontro e al conflitto. E questi come dice Yoda portano all’ira e alla guerra. Credi che un mondo senza conflitti sarebbe un mondo migliore oppure condurrebbe irrimediabilmente tutte le persone a pensare nello stesso modo? Temi di più, un mondo dominato da un dittatore o da una morale imposta a tutti?
R: Credo che un mondo senza conflitti sarebbe di certo un mondo migliore e non necessariamente porterebbe la gente a uniformare i loro pensieri e le loro opinioni. Il vivere in pace, a mio avviso, acuirebbe il senso di giustizia e cooperazione tra le persone. Mi fanno invece paura sia i dittatori sia le società che impongono regole morali senza distinzioni. La libertà, e lo sanno i nostri nonni e bisnonni, è un diritto per il quale vale la pena lottare.
D: Sono assolutamente d’accordo con te e vorrei far partire un coro di Bella Ciao stile festa dell’unità, ma isto che ti ho fatto virare verso la distopia, non mollo l’argomento e insisto come un terzinaccio che ti vuole rosicchiare le caviglie. Se tu dovessi ottenere il dominio assoluto di una nazione, quale sarebbe la prima cosa che faresti? E perché proprio abolire qualsiasi programma della D’Urso?
R: Non seguo molto la televisione generalista e i programmi di intrattenimento. Sono invece affamato di storie e per questo, quando non leggo o scrivo, adoro guardare i film e le serie sulle piattaforme digitale di streaming. In ogni caso concordo di abolire qualsiasi programma condotto dalla D’Urso. Il genere distopico mi piace, soprattutto le storie post-apocalittiche, ma non sarei un grandissimo sovrano di quella tipologia di mondo perché chi ha il dominio assoluto deve essere spietato, il comando quasi sempre lo impone, e non è una caratteristica della mia indole. In ogni caso potessi influire nelle scelte globali, mi piacerebbe incoraggiare le energie sostenibili e le tematiche ambientali perché, da padre, vorrei preservare questo mondo per le mie figlie e le generazioni future.
D: Siamo passati, quasi senza volerlo (non è vero, ho pilotato tutto), a parlare di attualità e settimana scorsa si è concluso Sanremo. All’interno del festival sono stati proposti molti modelli maschili. Dalla signorile mitezza di Ermal Meta, alla libertà androgina di Achille Lauro al machismo estremizzato di Ibrahimovic. E tu? Come pensi debba essere un vero uomo?
R: Domanda particolarmente complicata… Inizio con dirti che alle mie figlie, di 5 e 9 anni, piace ascoltare le canzoni di Achille Lauro e non sono assolutamente interessate al gioco del calcio. Ciò significa che in automobile la musica la scelgono loro e le partite in televisione sono un ricordo lontano e sbiadito. A parte gli scherzi, credo che un uomo debba sentirsi bene con sé stesso e rispettare il proprio o la propria compagna. Tutto il resto, forse, è più voglia di apparire o di sembrare diversi da quello che si è realmente.
D: Mi sembra una buona analisi. Abbiamo parlato di Sanremo e Sanremo sì sa è la patria delle canzoni d’amore dal testo più o meno profondo. Ma noi siamo sicuri che tu abbia molto più talento degli autori di tali canzoni. Quindi ti chiedo, così su due piedi, perché non ci improvvisi un ritornello scritto da te?
R: Quando ero più giovane, gli anni in cui frequentavo il liceo, suonavo la chitarra e avevo un gruppo musicale con alcuni miei amici. Ci divertivamo molto a comporre canzoni, anche se le sonorità non erano propriamente adatte per Sanremo. Mi sembra però perfetto lo strillo che appare nella copertina del mio libro “La direzione della coccinella”. Potrebbe essere benissimo il ritornello di una canzone:
Ricorda i sorrisi, le dita intrecciate
Ricorda i sogni, i respiri affannati
Segui il tuo cuore,
è l’unico modo per scegliere
è l’unico modo per vivere…
Chissà, magari qualcuno troverà anche la musica adatta!
D: Ora che potremo usare anche noi le tue parole per trovarci un compagno o una compagna, direi che è il caso di passare al tema successivo. Secondo te dove si colloca il limite tra erotismo e pornografia? Il tiramisù non vale come risposta perché è l’apice di entrambi i campi.
R: Credo che quel limite sia in parte soggettivo, nel senso che ciò che può sembrare erotismo per qualcuno, per altri è già pornografia spinta all’eccesso. Non mi piace particolarmente il genere erotico in letteratura e quando devo descrivere in un racconto o in un romanzo una scena un po’ “piccante” preferisco limitarmi a un paio di pennellate, qualche accenno, per poi lasciare l’immaginazione al lettore. In ogni caso Daniele, se ti va, proviamo a scrivere un bel romanzo fantasy-erotico a quattro mani. Meglio però se usiamo degli pseudonimi…
D: Potrebbe essere un’idea. Ci sono un paio di serie di quel genere che hanno sfondato in tutti i sensi. Tornando su un terreno meno accidentato e visto che hai citato il Fantasy, ti porto un po’ a fantasticare nel mio mondo. Se tu potessi diventare di colpo una creatura soprannaturale, quale vorresti essere? Meglio un genio rinchiuso in un monolocale dentro una lampada? Oppure un drago in grado d’incenerire i vicini di casa con la musica troppo alta? O ancora un nano talmente ubriaco da non riuscire a distinguere il boccale di birra dalla sputacchiera?
R: Mi piacerebbe essere un cavaliere con poteri magici, capelli fluenti, naso alla francese, mascella squadrata e volitiva, a cavallo di un destriero alato, bardato e armato di tutto punto, che scorrazza tra foreste incantate e montagne innevate alla ricerca di principesse da salvare. Scusa, credo di aver visto troppi cartoni animati della Disney in questo lockdown!
D: Ah, il potere corruttivo dei figli. Che ne dici di parlarci un po’ di te? Qual è la passione segreta che hai sempre nascosto a tutti?
R: Ho una passione sfrenata per la pallacanestro, soprattutto per quella americana, la NBA. Ogni mattina, appena mi sveglio, accendo il cellulare e guardo i risultati delle partite giocate nella notte italiana e i vari commenti sui siti specializzati di oltreoceano e italiani. Sono un tifoso dei New York Knicks, anche se confesso che quando giocava volevo sempre la canotta n. 8 come Kobe Bryant, giocatore dei Los Angeles Lakers, e uno dei miei sogni sarebbe quello di assistere a una partita al Madison Square Garden di New York, la Mecca del basket.
D: Ultimissima domanda. Corsa a piedi nudi. Meglio i carboni ardenti o la neve ghiacciata?
R: Tra le due possibilità scelgo il freddo e quindi la neve, soprattutto se è scesa da poco, perché adoro sentire il suo rumore, simile a uno scricchiolio, quando ci cammini sopra.
Daniele: Non c’è niente da fare, Davide è proprio un puro di cuore. E voi? Come vi sentite questa mattina? Cavalieri senza macchia e senza paura oppure troll incapaci di comunicare prima della centordicesima tazza di caffè? Noi, purtroppo, vi dobbiamo lasciare, ma non disperate. Torneremo settimana prossima con un nuovo prigionie… ehm autore da strapazzare. Un abbraccio a tutti.
Daniele