Editando, la rubrica in cui gli autori DZ ci raccontano la loro esperienza di editing. Oggi è con noi Daniel Di Benedetto!
Editanto, gli autori DZ e l’editing
Ciao Daniel, andiamo dritti al punto: l’editing è croce o delizia?
L’editing è una rottura di scatole indicibile ed è totalmente inutile, e chi dice il contrario ha… perfettamente ragione!
Parlando in maniera seria, editare un testo fa parte del processo di chiunque abbia davvero a cuore quello che scrive. Affidarsi alle mani sapienti di un professionista serve eccome, aiuta ad accorgersi di particolari che in stesura non è stato magari possibile verificare. L’autore crea dal nulla una scultura, ma una volta terminata la stesura, il ceppo è ancora grezzo. L’editing smussa gli angoli, aiuta a mettere in risalto proprio quei particolari che devono dare luce all’intera opera. Fa crescere e aiuta l’autore a riconoscere talvolta anche i limiti propri su cui lavorare con più costanza.
La tua scrittura è migliorata dopo questa esperienza o hai pensato di cambiare mestiere?
La struttura delle mie sinapsi non permette ai miei pensieri di trasformarsi in frasi di senso compiuto tali da costruire paragrafi, capitoli e storie intere. Ma il mio cervello se ne sbatte allegramente e ci prova lo stesso, mettendo ogni volta alla prova l’editor con nuove sfide sempre più difficili da vincere. E l’editor è bravo, mannaggia a lui. Riesce addirittura a farmi sembrare un autore quasi valido, ma si sappia che il merito è solo e soltanto suo, non certo mio né delle mie sinapsi.
Senza timore di incorrere nelle ire di tutti gli editor all’ascolto, quali sono le caratteristiche di un buon editor?
Un buon editor deve avere un’infinita pazienza, una capacità linguistica superiore alla media e una visione d’insieme del testo che ha davanti ancora più ampia di quanta ne possa avere l’autore stesso. L’editor deve riuscire infatti a intuire cosa funzioni in ciascun testo ed essere fermo nel suo tentativo di spiegazione all’autore che magari non è sempre della stessa idea… Ricordo un aneddoto riguardo una sessione di editing ricevuta per uno dei miei libri. In fase di revisione, mi fu cancellato un intero capitolo riconoscendo sì il cambio di POV, ma adducendo una ripetitività inutile di concetti rispetto al capitolo precedente. Io protestai, dicendo che il cambio di POV era necessario per lo sviluppo della trama e l’abilità dell’editor fu quello di venirmi incontro, proponendomi di “mescolare” i due POV in un unico grande capitolo.
“Non funzionerà mai!”, mi dissi… iniziai a provare a seguire le indicazioni, maledicendo ogni parola cambiata e due-tre generazioni familiari dell’editor stesso. Fino a che, a lavoro finito rilessi tutto e…
“VaffanXXXX, funziona!”
Grazie Daniel!