“SOLO CHI SOGNA PUÒ VOLARE” , diceva Peter Pan, celeberrima creatura di inchiostro nata dalla penna di J.M. Barrie…  e come dargli torto?

I veri sognatori sanno costruire mondi, vivere mille vite differenti e, grazie all’immaginazione, provare emozioni magiche ed uniche.

Oggi ho il piacere di poter scambiare quattro chiacchiere con una vera sognatrice: Liliana Marchesi, autrice per DZ Edizioni del romanzo distopico “Lacrime di cera”.

 

D: Ciao Liliana, benvenuta!

Partiamo con le domanda più semplice: come è nato il tuo romanzo?

 R: Ciao!

“Lacrime di Cera” nasce come tutti gli altri romanzi che ho scritto e che scriverò, ovvero dalla voglia di trasmettere un po’ di speranza e dal desiderio, o necessità, di far correre libera la mia fantasia.

D: SPERANZA quindi è la parola chiave?

R: Ebbene, si!

Il concetto di SPERANZA è l’unico che non abbandono mai, romanzo dopo romanzo lo ritroviamo sempre.
Vedi, al giorno d’oggi quando si tratta di analizzare le problematiche che affliggono l’umanità, lo si fa con un certo velo di rassegnazione.

Siamo troppo presi dai ritmi frenetici delle nostre vite per puntare lo sguardo e le energie sulle cose serie e davvero importanti.

Ci lamentiamo, ma non facciamo nulla. Blateriamo di questo e di quello, preannunciamo catastrofi di dimensioni epiche e poi… ci sediamo sul divano a farci gli affari nostri, in attesa che l’apocalisse venga a bussare alla nostra porta. Ma la speranza dov’è? La speranza non significa starsene con le mani in mano!

La speranza è quella forza che ti spinge a dare il tutto e per tutto fino alla fine perché dentro di te ci credi davvero.
Ecco, io vorrei che la linfa di questa parola dimenticata riprendesse a scorrere nelle vene di tutti.

La società ci sta avvelenando con una pillola alla nutella. Un dolcetto che scende indisturbato fino alle viscere della nostra coscienza per metterla a tacere. E la speranza è l’antidoto dimenticato che dobbiamo assolutamente ritrovare.
E per collegare tutto questo al mio romanzo, posso dire che la protagonista ha dentro di sé questo antidoto. Perché non ha paura di mettere in gioco la sua vita per gli ideali in cui crede. Non si lascia abbindolare dai merletti della vita a palazzo, bensì getta tutto all’aria alla prima occasione per cercare una via di fuga dalla menzogna che gli altri chiamano vita.

D: Qual è il tuo rapporto con i lettori?

R: Il mio rapporto con i lettori è molto positivo. Ci tengo moltissimo a sapere cosa provano leggendo i miei romanzi, e proprio per questo li invito a scrivermi.

D: Sabato 23 sarai presente al “FESTIVAL LETTERARIO INCHIOSTRO” a Crema, per parlare di distopia.

Cosa ti aspetti da questo evento?

R: Nella vita ho imparato che nulla è mai come ci si aspetta, perciò non mi aspetto nulla. Semplicemente andrò a trascorrere una bella giornata immersa nei libri e chiacchierando con chi nutre le mie stesse passioni

D: ultima domanda: DISTOPIA, cos’è per te?

R: Per me la Distopia intesa come genere letterario è un terreno fertile, ideale per coltivare le storie che desidero narrare. Ritengo che questo genere sia davvero molto importante per i molteplici messaggi che può trasmettere ai lettori. Una finestra sul futuro che potrebbe celarsi dietro l’angolo a causa di scelte sbagliate.

 

 

A me non resta che ringraziare Liliana per il tempo a noi dedicato e darvi appuntamento al prossimo martedì con tante sorprese!

Un abbraccio.