L’autunno è finalmente giunto e sta bussando alle nostre porte, le temperature si abbassano e una meravigliosa sensazione di pace, aleggia intorno a noi…è il momento perfetto per sedersi davanti alla finestra, aprire un buon libro e sorseggiare un’altrettanto buon bicchiere di vino.
Oggi il mio ospite è Marco Fedele, autore del giallo poliziesco “IL BAR”, che di vini sembra se ne intenda.
Ciao Marco, benvenuto! Che vino affianchiamo alla lettura del tuo romanzo “IL BAR”?
Ciao. Un buon “Friulano” sarebbe perfetto! Perché il romanzo si svolge nella zona del Collio in Friuli Venezia Giulia, rinomata per l’eccellente produzione vinicola tra cui il prodotto in oggetto e di cui ti dirò qualche caratteristica.
Fino al 2007 il vitigno Friulano prendeva il nome storico e famoso di Tocai Friulano. La maggior parte di vino ottenuto è secco anche se non mancano versioni di vini passiti o liquorosi a base di friulano. La sua caratteristica principale, come vino, è il gradito profumo e sapore di mandorla amara, che porta quindi i produttori a non eccedere con i profumi dovuti all’invecchiamento. Se così fosse si avrebbe un vino troppo impegnativo, pesante, che sazia al primo sorso, non più elegante e beverino, come invece il Friulano dovrebbe essere. Un’altra evidente caratteristica di questo vino è il retrogusto amarognolo, gradito in quantità limitate ovviamente. Per quanto riguarda il colore, quello del Friulano deve essere caratterizzato da un giallo paglierino molto scarico; segno questo di gioventù e di eleganza.
Passiamo a parlare del tuo romanzo: Quando e come è nata la storia di “IL BAR”?
La storia è nata dalla voglia di parlare di un ambiente poco conosciuto come la zona del Collio. Il bar è il luogo dove si vive veramente, in quanto le persone si confidano e sfogano il loro disagio quotidiano. A questo si aggiunge la necessità di denunciare come le organizzazioni mafiose siano così potenti e ramificate da raggiungere luoghi insospettabili e di contaminarli con le proprie attività illecite.
Sei uno scrittore/scrittrice metodico o impulsivo?
Direi cinquanta e cinquanta. Quando ho in mente una bella frase da inserire, mi fermo e la scrivo su un foglietto, ripromettendomi di ricopiarla sul testo. In seguito rielaboro ogni parola scritta e molto spesso della prima stesura rimane poco o nulla.
Quando è nata in te la necessità di scrivere?
Avevo quattordici anni. La scrittura era all’inizio una via di fuga, mi permetteva quelle libertà che il mondo non mi consentiva. Inoltre non mi piacevano le storie che ascoltavo e decisi di crearne delle mie con un finale che mi lasciasse contento.
Quando hai capito qual era il genere giusto da scrivere, per te?
Mi attiravano e mi attirano ancora oggi i film di azione o di suspense. Mi piace sorprendere il lettore o tenerlo con il fiato sospeso.
Grazie per il tempo che ci hai concesso!
Vi lascio come sempre, un breve estratto del romanzo e la mia opinione ad esso.
Estratto
Non c’è enologo che solo a sentir parlare di Collio non percepisca sul palato il soave sapore dei suoi vini. Se si viaggia all’interno di questa piccola zona collinare a nord di Gorizia e compresa tra i fiumi Isonzo e Iudrio, a quattro passi dalla Slovenia, si ha l’impressione di essersi intrufolati in una Silicon Valley dell’uva. Tutto ruota intorno alla vite. Pochi placidi villaggi e solitari castelli strappano spazio alle immense e ordinate schiere di vigneti; eventi e sagre dal sapore antico richiamano quanto sia radicato il rapporto tra l’uomo e i frutti della sua terra.
A Cormons, centro principale situato nell’area pianeggiante, si celebrano a settembre la festa provinciale dell’uva e a fine ottobre il Festival Jazz & Wine of Peace, in cui la musica e il teatro si affiancano a visite alle cantine e alle dimore storiche. A San Floriano del Collio c’è il Likof, rassegna enogastronomica con spettacoli e approfondimenti storici. A Dolegna del Collio è stata certificata la bottiglia di vino Friulano più grande del mondo.
È un mondo arcaico, dove le lancette dell’orologio sono sostituite dei ritmi della natura. Ci si inebria di quiete, alterata solo dai richiami della fauna e dal crepitio dei trattori; un armonioso cocktail di umano e selvatico. Il sole è immacolato, il vento genuino, i colori sfrontati e infiniti.
Andando per Bruzzano, frazione settentrionale di Cormons, e seguendo la Strada provinciale 14 che gira intorno alla collina dove troneggia la chiesa di San Giorgio, ci si imbatte, poco prima del bivio per il bosco di Plessiva, nel borgo di Fainazza.
Il parere di Elena
Se siete amanti dei classici polizieschi, carichi di adrenalina, suspense e azione: IL BAR è il romanzo che fa per voi.
Con uno stile descrittivo asciutto, semplice e altamente descrittivo, Fedele, ci porta all’interno di un intreccio narrativo incasellato alla perfezione e gestendo in maniera magistrale i tempi, alternando alla lentezza dell’indagine, la rapidità dell’azione.
Io vi ringrazio per avermi letta anche questa volta e vi invito al prossimo appuntamento. Vi aspetto!
Un abbraccio
Elena