DANIELE: Benvenuti a questa nuova puntata delle interviste Scemiserie. Oggi apriremo un’interessantissima (Ma poco ventilata se no ci volano via le pagine) finestra sul mondo del fumetto con una delle migliori illustratrici della Dark Zone. Lei è Yori, la disegnatrice che è stata in grado di dare la vita ai personaggi delle Cronache del Ragnarok e che ha esplorato le nobile note estrose di Honey Venom. Accogliamola come merita!

 

 

DANIELE: Benvenuta Yori, portatrice di apocalissi a fumetti, disegni spettacolari e animaletti pucciosi. Sperando possa sopravvivere a questa giornata tra le nostre grinfie, andiamo a cominciare. Ti va di parlarci di come è nato il tuo tratto peculiare utilizzato in Ragnarok?

YORI: Ciao Daniele! Che piacere essere qui nel tuo spazio! Speriamo di sopravvivere! Ahahah! Il mio tratto? Principalmente sono ispirata dai manga ma anche dai fumetti occidentali.

D: Sappiamo tutti che hai partecipato anche a Wanted dedicato a Honey Venom. Come è stato collaborare con Spectrum e doversi prestare a un personaggio tanto strano?

Y: Quando Spectrum mi ha chiesto di collaborare non ci potevo credere, in quanto sono fan della serie stessa! Quindi disegnare Honey, Lentiggini e Satana è stato emozionante.

D: Guardando i tuoi lavori è possibile notare una certa influenza del mondo nipponico, sia per tematiche che per stile. Quanto hai rubato dagli anime e dai manga? E cosa ti ha spinto a scegliere questo particolare stile?

Y: Forse perchè ci sono cresciuta, e quindi ne sono sempre stata influenzata. Ma in realtà ho “rubato” anche dai fumetti occidentali e poi fatto mio stile con il tempo.

D: Ti farò ora una domanda che ho rifilato anche a Spectrum. Dove ti schieri nell’eterna battaglia tra i fumetti occidentali e i manga orientali? Riusciranno alla fine le schiere del sol levante a imporsi del tutto sui lavori nostrani? Oppure ci sarà un mescolarsi dei due stili destinato a creare qualcosa di nuovo e unico?

Y: Secondo me si stanno mescolando già da qualche tempo a questa parte. Conosco autori giapponesi che riproducono perfettamente lo stile occidentale.

D: Parlando di arte, mi viene spontaneo chiederti una cosa che dovrei domandare a tutti gli autori, ma poi non me ne ricordo mai. Cosa ti ha spinto a scegliere l’arte e a dedicare il tuo percorso di studi a tale vita?

Y: Questa è una bella domanda, non che le altre precedenti non lo fossero state. Ho iniziato a disegnare seriamente e cercare un mio stile dal liceo, ad un certo punto quando dovevo scegliere che fare dopo le superiori, ero indecisa se fare biologia o accademia di belle arti, alla fine ho scelto quest’ultima, ho approfondito i miei studi artistici e anche facendo un po’ da autodidatta nell’elaborazione delle tavole fumettistiche.

D: Parliamo un po’ delle fiere del fumetto che, in questo periodo di lockdown, mi mancano da morire. Per esperienza ho notato che voi fumettisti avete spesso a che fare con personaggi quantomeno strambi. Ti va di raccontarci l’esperienza più simpatica che ti è capitata in fiera?

Y: AAH! Anche a me mancano le fiere! Speriamo ripartano in tutta sicurezza… l’esperienza più strana? La prima volta in self area come standista, eravamo all’aperto e incomincia a piovere fortissimo! Come dei pazzi a salvare i fumetti da sotto al tavolo prima che si inzuppassero tutti.

D: Da appassionato di fumetti giapponesi (no, maliziosi, non gli hentai), mi viene spontaneo chiederti qual è il tuo preferito in assoluto e come mai. Credi che sia possibile parlare di tematiche adulte all’interno di un fumetto?

Y: È impossibile per me dirti qual’è il mio prefertio in assoluto ma posso citarti quelli che mi hanno influenzato di più e che sono sempre nel cuore: Tiger&Bunny, Full Metal Alchemist, Shaman King, One Piece, Soul Eater, Sailor Moon, My Hero Academia e tanti altri… Credo sia più che possibile parlare di tematiche adulte all’interno di un fumetto, anzi ce ne dovrebbero essere di più.

D: A proposito di tematiche adulte ed hentai, credi che l’erotismo in un fumetto sia solo una faccenda estetica o possa essere anche veicolo di un messaggio? Ho notato, negli appassionati di anime, in generale, una maggior apertura mentale al tema. Credi ci possa essere un collegamento tra le due cose?

Y: Sicuramente leggendo più tematiche si ha una mente più aperta, leggendo più storie legate anche a una coppia che ti piace di un fandom, ne vedi le varie sfaccettature. Secondo me una storia, qualunque sia il genere,  deve avere sempre un messaggio.

D: Esiste una scena di un fumetto che vorresti avere ideato tu? E, più in generale, preferisci i momenti goliardici, quelli romantici oppure quelli drammatici?

Y: Ti allego una scena tratta da One Piece, mi sarebbe piaciuto rendere un sacco questa scena. Mi piacciono tutti i tre momenti citati da te, mi rilassano però in particolar modo da disegnare quelli romantici e goliardici. Ho un problema quando disegno mi immedesimo nei personaggi e nella scena, quindi se mi capita qualche momento drammatico, sento tanta tensione addosso. Assurdo vero?

D: Meravigliosa quella scena. Ammetto che tra tutti i manga che ho letto resta una delle migliori. Andiamo sul personale. C’è una tua passione, al di là dell’arte, di cui non potresti fare a meno? Anche qualcosa di strano come giocare a basket coi pop-corn e la propria bocca, va bene.

Y: Ultimamente sono presa a imparare ad andare sullo Skate, ho già accumulato un po’ di cadute ahahah.

D: Ultima, fondamentale, domanda. Team dolce o team salato?

Y: Perchè non entrambi?

D: Quello è concesso, ma solo in contemporanea, tipo mettendo le sottilette sui biscotti o la nutella sulle patatine fritte. Con questa perla culinaria ringraziamo la nostra gradita ospite e vi invito a rifarvi gli occhi con le meravigliose tavole che ha fatto per la saga di Ragnarok. Resterete a bocca aperta. Intanto un saluto fumettoso a tutti e ci vediamo la prossima settimana per una nuova intervista scemiseria.