Vi presentiamo Editando, la nuova rubrica in cui gli autori DZ ci raccontano la loro esperienza di editing. Oggi con noi Francesca Bertuca!
Editanto, gli autori DZ e l’editing
Ciao Francesca, andiamo dritti al punto: l’editing è croce o delizia?
Per rispondere a questa domanda devo fare una premessa: sono una persona che vive di ansie e paranoie. Avete presente l’angoscia che si prova nel leggere la frase “ti devo parlare”? Quel misto di inquietudine e disperazione che ti fa ripensare a tutto ciò che hai combinato negli ultimi dieci anni di vita e considerare di comprare un biglietto per il Messico? Ebbene, io mi sento così per la maggior parte del tempo, specie quando si parla di scrittura. Mi pongo mille domande sui miei testi, finisco spesso per rileggere e riscrivere la solita pagina decine di volte, perché forse quel pezzetto andava modificato, forse è troppo lento, forse è troppo veloce. Domande che non puoi rivolgere a chiunque, perché non è detto che altri, che non studiano editing e narratologia, le capiscano. Domande a cui è l’editor a portare una risposta, e la pace che ne consegue.
Dunque, sì. Per me l’editing è sempre una delizia — e anche una deliziosa camomilla. D’accordo, farà sempre un po’ paura l’idea di sentirsi dire che qualcosa non va all’interno del testo, che occorre apportare delle modifiche, ma questo fa parte del gioco. Ed è un gioco bellissimo, ve lo assicuro.
La tua scrittura è migliorata dopo questa esperienza o hai pensato di cambiare mestiere?
Diciamo che l’idea di cambiare mestiere e scappare in Messico ogni tanto torna a bussare alla mia mente, tuttavia sono troppo povera per potermi permettere un biglietto, quindi eccomi ancora qui! Scherzi a parte, sono convinta che la mia scrittura sia senz’altro migliorata. Dopotutto, il modo migliore per crescere è capire i propri errori e cercare di correggerli. Anni fa, ad esempio, abusavo di avverbi ed ero eccessivamente prolissa e ripetitiva. Adesso faccio parecchia più attenzione a tutto ciò.
Senza timore di incorrere nelle ire di tutti gli editor all’ascolto, quali sono le caratteristiche di un buon editor?
Credo che un buon editor si distingua per la sua capacità di scovare delle incongruenze narrative, avendo la prontezza di offrire qualche spunto per aiutare l’autore a risolvere il problema senza tuttavia predominare con le proprie idee, e i propri gusti, sulla storia. Se poi alle competenze uniamo una forte sensibilità, il risultato è la perfezione.
Grazie Francesca!