Vi presentiamo Editando, la nuova rubrica in cui gli autori DZ ci raccontano la loro esperienza di editing. Oggi è con noi Valerio la Martire!
Editanto, gli autori DZ e l’editing
Ciao Valerio, andiamo dritti al punto: l’editing è croce o delizia?
L’editing ti mette deliziosamente in croce. Perché è una gran fatica, ma trasforma il testo profondamente e lo rende qualcosa che non avresti mai immaginato prima. Persino un libro mediocre con un buon editing può diventare un bel libro.
La tua scrittura è migliorata dopo questa esperienza o hai pensato di cambiare mestiere?
È più faticoso della stesura stessa del libro, un momento critico e molto importante ed è anche la scuola migliore che un autore può fare. Quello che impari sulla tua scrittura durante l’editing non lo impari da nessun’altra parte. Non c’è corso di scrittura, coaching o formazione che entri così nel dettaglio del tuo uso della lingua, del tuo creare personaggi e strutture narrative. È un percorso difficilissimo, doloroso e dal quale si emerge sempre cresciuti.
Poi è chiaro che al primo editing ho pensato dovessi cambiare lavoro.
Senza timore di incorrere nelle ire di tutti gli editor all’ascolto, quali sono le caratteristiche di un buon editor?
Ci vuole tanta pazienza. Gli editor arrivano a gamba tesa su progetti che spesso sono stati coccolati e cullati per anni nella testa e nei computer degli autori. Magari sono le prime persone che leggono quel testo e lo fanno armate di forbici e coltello!
Un buon editor si mette nei panni dell’autore e se ne tira fuori al momento giusto. Accompagna il cambiamento necessario e insiste fermamente sulle modifiche che non possono essere sottovalutate e soprassiede su quelle che “funziona meno bene, ma va bene lo stesso”.
Insomma è il migliore amico, il professore che fa l’esame, il genitore e pure lo psicologo.
Un lavoraccio davvero!
Grazie Valerio!