Editando, la rubrica in cui gli autori DZ ci raccontano la loro esperienza di editing. Oggi è con noi Giovanna Avignoni!
Editanto, gli autori DZ e l’editing – Giovanna Avignoni
Ciao Giovanna, andiamo dritti al punto: l’editing è croce o delizia?
Che sia croce credo sia lapalissiano, ma solo per l’editor che, con pazienza e competenza, deve rimettere in sesto i pensieri altrui senza snaturarne i contenuti e gli intenti dell’autore.
L’autore, se pronto al confronto, se capace di mettersi in discussione, non può che trarre beneficio da ciò che gli verrà proposto.
Il testo potrà esser delizia per il lettore che gusterà un prodotto finale gradevole, privo di buchi di trama, di errori ortografici, semantici e di concordanza testuale.
“Show, don’t tell!” si sente ancora l’eco di queste parole. Rimbomba nel testo di chi non ha ascoltato l’editor e ha voluto avere la meglio a tutti i costi.
“Basta, abbandono la lettura” esclamerà, chi colto dal dubbio, non sarà più propenso a sospendere la propria incredulità.
“Tutta colpa dell’editor che ha stravolto il mio capolavoro” bofonchierà il sedicente autore, convinto di essere stato trattato da pivello quando, invece, scrive fin da quando aveva l’età di cinque dita di una mano.
Dunque, croce o delizia? Mah, fate voi.
La tua scrittura è migliorata dopo questa esperienza o hai pensato di cambiare mestiere?
Mi si chiede se la mia scrittura sia migliorata.
Avete letto l’ultimo punto del paragrafo precedente? Beh, io non ho niente da che spartire con l’autore che scrive fin quasi dalla nascita.
Forse perché non sono nata scrittrice, lo sono diventata dopo anni e anni di letture, (ho iniziato a leggere le targhe delle automobili che precedevano quella guidata da mio padre e fantasticavo su cosa volessero dirmi), di studio, di ascolto di narrazioni, di osservazione di persone, luoghi, momenti, odori, lacrime, risate, giochi. Ah, ok, la sto facendo troppo lunga.
In soldoni, non sono scrittrice, sono lettrice di parole e portatrice di ricordi e immagini.
Se la mia scrittura sia migliorata non posso deciderlo io. Certo quella che ha beneficiato dell’intervento del mio editor sono stata io stessa. Ho avuto occasione per riflettere, ripensare, rimodularmi e ciò mi ha resa migliore.
Senza timore d’incorrere nelle ire di tutti gli editor che sono in ascolto, quali sono le caratteristiche di un buon editor?
Un buon editor? Sicuramente deve essere un professionista che sa interfacciarsi con l’altro da sé ma, nel contempo, sa anche portare avanti un discorso di correzione e intervento sul testo che preveda una forte competenza. L’editor sarà convincente ma non imporrà il proprio pensiero, sarà gentile ma avrà il polso della situazione. L’editor è colui che deve fingere di non capire per far sì che sia l’autore a sentirsi il migliore e, in tal modo, agire proprio là dove l’autore è più debole. Se crede nell’autore, l’editor sarà colui che lo porterà a tramutare una buona idea scritta male in un’ottima idea ben scritta. Eleganza, perseveranza, gentilezza, competenza e preparazione saranno i suoi punti di forza e la salvezza di un autore mediocre, ma anche di un ottimo autore che, da solo, non potrà vedere ciò che l’occhio di un esperto può percepire.
Questa in foto? Sono io al Salone del libro di Torino dove non sarei potuta andare senza i preziosi consigli del mio fantastico editor. Ossia, ci sarei potuta andare ugualmente, ma con un testo meno prezioso.
Grazie Giovanna!